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Quanto pesano in Italia le accise sui carburanti?

L’argomento “accise” in Italia viene fuori periodicamente diverse volte ogni anno, spesso in seguito a situazione straordinarie come le guerre, le crisi economiche o a determinati progetti legati a calamità naturali. Le accise sono nate per “fare cassa” in situazioni di emergenza, come il disastro del Vajont, i terremoti dell’Irpinia, del Belice

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o del Friuli, ma con il passare del tempo sono semplicemente rimaste lì e, anzi, nella legge di stabilità del 2013 sono state rese strutturali.

Come se non bastasse l’accisa, ogni cittadino che fa carburante sul suolo italiano si trova pure a dover pagare l’IVA sulla cifra finale del carburante, accise comprese, il che vuol dire che paga una tassa (l’IVA) su un’altra tassa (l’accisa). Una situazione certamente poco felice che andremo ora ad analizzare approfonditamente.

Avvicinarsi al mondo dell’imprenditoria legata al settore degli autotrasporti significa dover fare i conti con le accise tutti i giorni. Tanti camion significano tante accise e questi costi devono essere attentamente preventivati da professionisti del settore: Attestanet sarà in grado di aiutarvi ad ottenere una certificazione di idoneità finanziaria per cominciare la vostra attività imprenditoriale nel modo più giusto con tutte le cifre sotto controllo.

Le accise valgono solo su benzina e diesel? No, anche su GPL e metano. Questo perché hanno anche lo scopo di disincentivare l’uso dei carburanti fossili, in quanto rappresentano una fonte di inquinamento e di emissioni di gas a effetto serra. L’incasso derivato dalle accise viene utilizzato dallo Stato per finanziare le spese pubbliche e, in particolare, le infrastrutture e la manutenzione delle strade. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, al netto dell’IVA, circa il 60% del prezzo della benzina è costituito dalle accise.

Il peso delle accise sulla benzina su un pieno varia in base al prezzo del carburante e al livello delle tasse e delle imposte applicate (dal 1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina). Ad esempio, in Italia il prezzo medio al litro della benzina è di circa 1,7 euro, di cui circa 0,95 euro sono costituiti dalle accise. In altre parole, su un pieno di 50 litri, le accise rappresentano circa il 57% del costo totale del carburante.

Anche se non ci si pensa, è opportuno far notare che l’impatto delle accise sulla benzina non è uguale per tutti gli automobilisti o gli autotrasportatori. Le accise infatti rappresentano una tassa regressiva, ovvero un’imposta che colpisce in modo proporzionalmente maggiore le persone con redditi più bassi, in quanto il costo del carburante rappresenta una voce di spesa più rilevante nel loro bilancio familiare. Inoltre, le accise sulla benzina hanno un impatto più forte sui territori periferici, dove il costo del trasporto è più elevato. Una persona con reddito basso paga esattamente le stesse accise di un milionario, ma il peso sul conto corrente è ben diverso.

Come ridurre il peso delle accise sulle nostre tasche? Non è possibile una risposta sul breve termine: l’impatto delle accise sulla spesa delle famiglie può essere ridotto attraverso politiche di incentivo all’acquisto di veicoli a basse emissioni (ibride o elettriche) o di sviluppo del trasporto pubblico o della mobilità sostenibile. Inoltre l’adozione di politiche di redistribuzione fiscale potrebbe contribuire a ridurre il peso delle accise sulla benzina per le famiglie con redditi più bassi.

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